Non sono sicura, che dire con aria leggera pensieri pesanti, sia una buona strada per farsi intendere, al giorno d’oggi. Sospetto che sia utile però, a chi certi pensieri li ha già incontrati, per portarseli alla mente con il sorriso, senza la pena di un’angoscia troppo intensa. Tra le rime baciate, i giochi di parole e il ritmo certo delle quartine anche la mostruosità della verità più ultima non spaventa troppo. Hanno fatto così le mamme nelle parole di tante ninne nanne ….”questo bimbo a chi lo do? Lo darò all’uomo nero……”, tante generazioni di raccontatori di fiabe, tra la migliore poesia del passato.
Le parole servono sempre a mettere una distanza protettiva tra il mondo e le nostre emozioni: la poesia di queste ultime fa giungere solo l’eco, rispettosa com’è della pelle sensibile di ogni lettore. Le filastrocche s’addicono ai bambini di ogni età perché giocano con le eco delle emozioni e producono il piacere particolare dell’attesa e del ritorno. A chi piace giocare per giocare, a chi mantiene sensi attenti e pronti, proprio come i bambini, piaceranno di certo questi lussuosi divertimenti di mio fratello. Si tratta di un signore maturo, ma per niente noioso, che non sopportando la prosa dei libri di filosofia se li scrive da solo, in formato taschino. Non è neanche il tipo giusto per fare il letterato, ma ha l ‘attitudine del prestigiatore con le parole.“Filastrocca Fila e riga” si legge in dieci minuti, ti lascia con un sorriso e una sensazione di casa. Puoi addormentarti dopo, senza incubi, anche se ti ha fatto incontrare qualche mostro e diversi spettri.
Letta al mattino ha un effetto caffè : alza la pressione di quel tanto che basta per invogliare a guardare fuori dalle finestre. Fuori, da qualche parte, c’e di sicuro un orizzonte: una riga che separa il cielo dalla terra, ma a questo punto sarà bello pensarla sempre lontanissima….. per non fare troppo male agli occhi del cuore.
Rosy Rosso
LA RIGA
La riga sul piano
azzurro celestiale
è scia d’aeroplano
d’un bianco nuziale.
Il graffio gassoso
m’illude la vista:
è rigo fumoso
o geometrica svista?
Lo strappo sul cielo
si staglia un istante:
già sfuma sul telo
in nube vagante.
La riga scompare
sul piano reale
ma il dubbio rimane
quesito geniale.
LA RIMA
La rima mi riga
di suoni. Mi strega
i sensi. Li lima.
Infine mi frega.
Allitterazioni
metafore a uffa.
Di queste emozioni
la penna già sbuffa!
Allineo parole.
In linea le metto.
La rima le vuole
in dolce duetto.
Comunque sia chiaro
poeta non sono:
mestier troppo amaro
scavar dentro l’Uomo!
Sul rigo io resto.
Non scendo, non sterzo.
Mi basta del testo
la rima, lo scherzo.
FILASTROCCA FILAERIGA
Righe righette righettine
musicali, pedonali, militari.
Tutte insieme stanno sì vicine
ordinate, tutte in file sempre pari.
“Ferme tutte, senza sgomitare!”
Quatte quatte si scagliano nel Caos.
Non v’è tempo, non v’è modo di pensare.
È perfetto, strabiliante questo Caos!
Una riga, cento righe fra le righe
programmate,generate,ben rizzate
come spiga, cento spighe fra le spighe
indorate di retorica falciate.
Grette, pratiche, ipocritiche
- fuori una, l’altra il posto prende -
efficienti addestrate con gratifiche
non v’è prezzo che la morte già si svende!
“Riga dritto, guai a sgarrare!
Volgi solo al tuo dovere.
Ai diritti non pensare,
bada solo al tuo mestiere!”
Riga, rigaccia rigone
ostinatamente provate e riprovate
(avanzi trite nel bidone)
irreparabilmente sempre più sbavate.
Righe righette righettine
vanno insieme muovendosi sul rigo:
dove i segni della Rigasenzafine ?
Non v'è traccia fra le righe e più non dico.
RIGHELLO
La riga è un righello
sul piano bianco sfondo.
Un movimento snello
geometrico, mai tondo.
La guida sempre retta
a modo misurata.
Un punto assai di fretta
centimetri in frenata!
Reale contrazione
dell’Infinito steso
per mano d’un’azione
in linea breve reso.
La riga è quel righello
sul piano del mio mondo
che è regola e modello....
o forse mi confondo?
ASSENZA
L’assenza mi riga
il cuore (balbetta):
malinconica diga
lasciar la casetta.
A un salto mi lega
- memorie d’infanzia -
Un pugno che strega
nell'animo strazia.
“Dondolano sulle tue manine
dondolano sorrisi
negli occhi sorpresi
dondolano di gioie mattutine!”
Sui cerchi festanti dell'acqua
del sole caduto nel lago
mugolavi il capo oscillando
sull'adagio a tempo di valzer:
un suono di madre a me pago
L’assenza mi riga
il viso bambino:
malinconica diga
separarsi un mattino!
LA RUGA
Di rughe mi riga
la mano del tempo.
Di terra m’irriga:
la morte vi scorre a rilento.
La riga è una ruga
sul volto scolpita
di donna che fuga
ricordo di rosa svilita.
La ruga è un dolore
un grido strozzato
un sogno che muore
sul lento respiro sudato.
Quel grido è stupore
un raggio di Vita incarnito
un tonfo sospeso d’Amore:
nell'uomo un cibo d’autore proibito.
La Vita è un bagliore
germoglio irrorato
d’umano sanguigno stridore:
l’Errore perfetto incarnato.
Di rughe rigato
il tempo per mano
mi porta al sagrato:
preludio gitano.
PRIMA
Il panciotto sulla riga verticale
è la prima dell’avverbio temporale.
Si dispone poco prima d’una rima
così è certa di riuscire a fare prima.
Se si cade nell'errore fatalmente
di riporre il carro avanti ai buoi
con il senno e la logica del poi
tutto chiaro rinviene nella mente.
D’ogni tempo puntuale antecedente
è l’assente recidivo del presente
tuttavia c’è chi giura fermamente
di sorprenderlo nell'attimo fuggente!
È una boa nell'oceano della vita
che intravista accende ogni speranza
ma raggiunta è la morte che ci invita
a seguirla dove il tempo è in abbondanza.
Il panciotto sulla riga verticale
è la prima proprio in senso letterale
delle quattro che, se unite fanno rima,
senza quella non dirò mai come prima!
LA REGOLA
Mette in riga alti e bassi
falsi magri e falsi grassi.
Taglia unica per tutti:
santarelli e farabutti!
Resta larga a chi sta stretto
di salario e di piacere
chi si attiene a quel rispetto
rigoroso del dovere.
Al contrario stringe forte
chi s’ingrassa di potere
chi sbeffeggia pur la morte
col suo cinico godere.
Senza si scatena l’ira
ma una buona non è poco:
e la guerra si ritira
per far posto testé al gioco!
È per tutti, d’ogni età.
Uguale per nessuno.
Chi vi cerca Verità
troverà solo fumo
Veste bianchi, neri e gialli
pecore, sciacalli
usignoli e pappagalli
se la scampi dopo balli!
Non è fatta per i giusti
che dell’ordine son maestri.
né per quelli bellimbusti
che di rado rende mesti.
Trasgredirla ci fa bari
o sapienti senza pari
navigar su mossi mari
solo a vista senza fari.
E lo strappo ci può stare
se a tagliare cede il cuore.
L’eccezione è un malaffare
quando puzza di favore.
Che piaccia o non piaccia
è la regola che vince:
non è certo la tua faccia
che alla fine mi convince!
L'ULTIMA FILASTROCCA
L’ultima filastrocca è quella che non rima
la parola fra le righe più non schiocca
quel tuo riso se baciata oppure sciocca.
L’ultima filastrocca non è rigo fumoso
né dubbio elevato da quesiti geniali.
Se offusca la vista si metta gli occhiali!
L’ultima filastrocca sarebbe da incorniciare:
che riga va cercando
che in cuor non abbia il Segno, senza sbavare?
L’ultima filastrocca arresta la musica:
sul rigo solo una muta nota
silenzio imperituro, la vita ruota!
L’ultima filastrocca finisce il gioco.
Poesia non è funambolico esercizio
delle parole nemmeno l'ombra di un inizio!
L’ultima filastrocca batte forte le tue dita.
A quelli come Lei logorati nel cervello
il righello è buona regola e modello!
L’ultima filastrocca ha smesso di dondolare:
asciughi quel suo viso di pianto rigato
non faccia il bambino, che sia ben lavato!
L’ultima filastrocca viene prima di ogni prima:
la prego non si sforzi di capire:
vada avanti,il supplizio sta per finire!
L’ultima filastrocca infine non si dice:
regola le righe, anche se non piace.
Giunta l'ora, riposino in pace!
Post scriptum:
L'ultima filastrocca cambia il finale
e questa ultima ci resta male:
io vado a capo, la Vita sale!

